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Modello 730/2023 oltre la scadenza: ecco come rimediare

lentepubblica.it • 5 Ottobre 2023

Modello 730/2023 oltre la scadenzaEcco cosa deve fare chi non ha presentato il Modello 730/2023 entro la scadenza fissata al 2 ottobre.


Il 2 ottobre scorso è stato il termine ultimo per presentare il Modello 730/2023: la scadenza era slittata dal 30 settembre, perché cadeva di sabato.

Ma chi non l’ha consegnato entro la scadenza per dimenticanza o per altri problemi, che deve fare?

Vediamolo insieme.

Modello 730/2023 oltre la scadenza: ecco come rimediare

L’Agenzia delle Entrate offre ai contribuenti alcune soluzioni per rimediare al ritardo per la presentazione del Modello 730/2023 dopo la scadenza del 2 ottobre.

Un esempio è il Modello 730 integrativo, che può essere consegnato entro il 25 ottobre. La documentazione va consegnata tramite Caf o intermediario abilitato e si tratta del modello che viene utilizzato quando l’integrazione è a vantaggio del contribuente, ovvero quando comporta un maggior credito o un minor debito.

Ma se il contribuente perdesse anche la scadenza del 25 ottobre, si può rimediare col modello Redditi, sia precompilato che correttivo, il cui termine ultimo di presentazione è il 30 novembre.
Sempre il 30 novembre cade la scadenza del Modello 730 correttivo di tipo 2, da presentare tramite l’applicazione web, se il contribuente utilizza la modalità di dichiarazione correttiva.

In ogni caso, l’ultima data disponibile per la presentazione del modello Redditi precompilato tardivo è 90 giorni dalla scadenza.

Modello 730/2023 oltre la scadenza: cosa si rischia e quali sono le sanzioni

Quando non si presenta la Dichiarazione dei Redditi, viene definita “omessa” in due casi:

  • Quando le imposte evase superano i 50’000 euro;
  • Se non viene presentata entro 90 giorni dalla scadenza (dal 2 ottobre o dal 30 novembre, a seconda del modello).

Per i contribuenti che non presentano la Dichiarazione dei Redditi sono previste sanzioni amministrative e penali e la reclusione.
La sanzione amministrativa parte da un minimo del 120% ad un massimo del 240% dell’ammontare delle imposte dovute. L’imposta minima applicabile è di 250 euro.

Nel caso in cui non siano dovute imposte, la sanzione prevista va dai 250 ai 1000 euro e può essere aumentata fino al doppio, nei confronti dei soggetti obbligati alla tenuta delle scritture contabili.
La reclusione, invece, va da un minimo di un anno e sei mesi ad un massimo di quattro anni.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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